Palazzo Albertini di Cimitile o Palazzo Calabria

È una strada assai trafficata quella che dal Museo Nazionale arriva a Capodimonte. Nel primo tratto, fino al Ponte della Sanità dove comincia il Corso Amedeo di Savoia, è Via Santa Teresa degli Scalzi e deve la sua intitolazione all’omonima Chiesa che si erge con la sua imponente scala a doppia rampa poco dopo l’inizio della via.

Quando a Napoli arrivarono i francesi, la collina era tutta una campagna, la contrada del Casciello, interrotta da alcuni conventi e da qualche residenza nobiliare. Fu Giuseppe Bonaparte e poi Murat a volere la costruzione di un’arteria che collegasse la città con la reggia di Capodimonte dove, pare per motivi di sicurezza, avevano stabilito la loro residenza. I lavori furono molto impegnativi perché fu necessario sbancare una parte della collina e per scavalcare il vuoto del vallone della Sanità costruire un ponte. Per farlo fu sacrificato il complesso di Santa Maria della Sanità di cui fu raso al suolo il chiostro grande e compromesso quello piccolo, a pianta ovale, entrambi opera di Fra Nuvolo.

Intrapresa la salita dal Museo appena più su della Chiesa di Santa Teresa, attira l’attenzione un imponente edificio, molto diverso dalle costruzioni circostanti. Per apprezzarne l’architettura complessiva e gli elementi che scandiscono la facciata bisogna attraversare la strada.

Un portale alto sormontato da una fitta rosta in ferro e più in alto, sull’apertura ad arco del finestrone centrale, uno stemma fiancheggiato da sculture di leoni sulle lesene. Dal basso la finestra del piano nobile lascia intravedere un soffitto completamente affrescato, uno splendore. Un palazzo di grande pregio, “nobile e magnifico”. Così doveva essere per il Duca d’Atri Rodolfo Acquaviva, che lo fece edificare su un edificio preesistente di epoca seicentesca di proprietà di un giudice, tale Sorrentino.

Nel 1772 fu acquistato da Giovanni Battista Albertini di Cimitile, che ne affidò i lavori di ristrutturazione a Giuseppe Astarita, allievo del Sanfelice e poi a Nicolò Carletti e Giuseppe Fulchignoni. Durante l’assenza del principe, impegnato a Roma in attivita’ diplomatiche, a seguire i lavori fu sua moglie Francesca Carafa, figlia di Giovanni Duca di Noja. Pare che il palazzo ospitasse una delle più ricche e prestigiose biblioteche della città, così come pregevole doveva essere la sua pinacoteca.

Uno studio sui documenti dell’epoca fa escludere che abbia lavorato al Palazzo Carlo Vanvitelli, come pure spesso si legge, e dà atto anche della circostanza che dovette insorgere qualche controversia con i monaci agostiniani del vicino convento che lamentavano l’usurpazione di parte dei suoli annessi al palazzo. Ad inizio 900, dopo che l’immobile ebbe subìto ulteriori passaggi di proprietà, fu acquistato dal senatore Giacomo Calabria al quale si riconduce l’effigie nobiliare della facciata. Tutt’oggi nella zona il Palazzo è conosciuto come Palazzo Calabria. Alla fine degli anni 70, il grande storico dell’architettura Roberto Pane si occupò del restauro conservativo del magnifico Palazzo che oggi ospita abitazioni private e il Centro Buddista Kaikan Napoli Soka Gakkai.

Ma se l’esterno evoca magnificenza e nobiltà secondo l’intento dei suoi proprietari, varcando la soglia del portone, quasi sempre chiuso, si entra in una dimensione un po’ surreale, quasi da fiaba. E come in ogni fiaba che si rispetti, c’è un po’ di mistero, quello che deriva dall’aspetto cupo e austero dell’androne, preceduto da un basso cancello in ferro e coperto da una volta a botte altissima. In parte occupato da area di cantiere, il che lascia ben sperare che tornerà presto al suo antico splendore, ha come sfondo il vano ascensore, completamente rivestito di legno scuro e incassato in una nicchia ad arco. E della fiaba non manca il lieto fine: la scala.

Marmo bianco e ferro battuto nero. Elegante, la ringhiera accompagna la salita e dolcemente si curva sulla cornice candida che fa da sfondo scenografico ad una delle scale più belle di Napoli, un capolavoro di architettura di primo Novecento.

A Palazzo Albertini di Cimitile o Palazzo Calabria

Scritto da:

Picture of Marialaura D'amore

Marialaura D'amore

Laureata in giurisprudenza, lavora nel settore pubblico e nutre un grande amore per l’arte, la storia, le architetture, i musei e i panorami di Napoli, che fotografa nelle sue passeggiate.

Condividi su:

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
WhatsApp

Iscriviti alla nostra newsletter e ricevi gli ultimi articoli pubblicati; potrai cancellare la tua iscrizione in qualsiasi momento.

Non puoi copiare il contenuto di questa pagina

Ricevi gli aggiornamenti in tempo reale!

Iscriviti alla nostra newsletter e ricevi gli ultimi articoli pubblicati.

Potrai cancellare la tua iscrizione in qualsiasi momento.