
Il monumentale obelisco dell’Immacolata è il centro di una circonferenza ideale, il punto dove fermarsi, ruotare lo sguardo a 360 gradi per scoprire che, oltre alla Chiesa del Gesù Nuovo e al Monastero di S. Chiara, imperdibili, Piazza del Gesù è racchiusa tra le mura di edifici di straordinario valore storico e artistico. Uno di questi è Palazzo Pandola. Costituiva un’ala del vicino Palazzo Pignatelli di Monteleone, progettato da Ferdinando Sanfelice. Nel 1823 Gaetano Pandola, imparentato con la famiglia Pignatelli, lo acquistò e ne fece la sua residenza familiare. Sua moglie, l’irlandese Amelia Higgins, amica della baronessa Poerio, nascose nel palazzo il figlio, Carlo Poerio, ricercato dalle guardie borboniche per aver preso parte ai moti rivoluzionari del 1848. Si legge che tra le mura di questo palazzo si rifugiò anche Guglielmo Oberdan, il “primo martire” dell’irredentismo.
Sullo sfondo della stupenda scala settecentesca, l’immenso Vittorio de Sica girava le scene dell””Oro di Napoli” nelle vesti del Conte Prospero, accanito giocatore, nobile decaduto, sistematicamente battuto a scopa da Gennarino, il figlio piccolo del portiere.
“Sto piangendo Dummí, e quant’è bell’ chiagnere!”, la battuta finale di Filumena Marturano in Matrimonio all’Italiana, una carrellata all’indietro dal volto di Sofia Loren al balcone centrale del palazzo Pandola che si apre regalando una meravigliosa panoramica della piazza del Gesù. Capolavori nel capolavoro…il grande cinema, il palazzo, la piazza…le scatole cinesi di questa città.
